A Pompei sono stati rinvenuti nuovi resti delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.: una donna trovata su un letto con monete d’oro, d’argento e di bronzo e un uomo sdraiato nelle vicinanze

I resti delle vittime della mortale eruzione vulcanica di Pompei sono stati scoperti quasi 2000 anni dopo il disastro.

Accanto a un uomo disteso a terra sono stati ritrovati i resti di una donna e una collezione di monete d’oro, d’argento e di bronzo.

Gli archeologi hanno scoperto resti all’interno di una piccola camera da letto improvvisata in una villa che era in fase di ricostruzione quando il Vesuvio eruttò nel 79 d.C.

Si ritiene che le vittime abbiano scelto la piccola stanza come rifugio mentre aspettavano che cessasse la pioggia di cenere e detriti.

Tuttavia, si ritrovarono intrappolati nella stanza dopo che le rocce vulcaniche bloccarono la porta, impedendo loro di sfuggire alla lava in arrivo dall’esplosione.

Gli archeologi hanno scoperto resti all’interno di una piccola camera da letto improvvisata in una villa che era in fase di ricostruzione quando il Vesuvio eruttò nel 79 d.C.

I nuovi resti rimasero nascosti per quasi 2.000 anni.

I nuovi resti rimasero nascosti per quasi 2.000 anni.

Accanto ai resti della vittima sono state rinvenute monete romane d'oro, d'argento e di bronzo.

Accanto ai resti della vittima sono state rinvenute monete romane d’oro, d’argento e di bronzo.

“L’opportunità di analizzare preziosi dati antropologici sulle due vittime… ci consente di recuperare una grande quantità di dati sulla vita quotidiana degli antichi abitanti di Pompei”, ha affermato Gabriel Zuchtriegel, direttore del sito di Pompei.

La fiorente città di Pompei, vicino Napoli, e la campagna circostante furono inondate di cenere vulcanica durante l’eruzione del Vesuvio.

Uccise migliaia di romani che non avevano idea di vivere sotto uno dei più grandi vulcani d’Europa e seppellì la città sotto uno spesso strato di cenere, preservando molti dei suoi abitanti ed edifici.

L’antica città fu riscoperta solo nel XVI secolo e gli scavi nel sito iniziarono nel 1738 e sono continuati da allora.

Negli ultimi anni il sito è stato testimone di un’intensa attività archeologica volta ad arrestare decenni di degrado e abbandono.

Nel mese di aprile, gli archeologi hanno scoperto affreschi squisitamente conservati su un muro in un’antica residenza privata lungo Via di Nola, una delle strade più lunghe di Pompei.

Una splendida opera d’arte raffigura Elena di Troia, una bellissima donna della mitologia greca, che incontra per la prima volta Paride, il principe di Troia.

Gli affreschi sono stati scoperti nella “Sala Nera”, una “maestosa” sala da concerto con eleganti pareti nere in un’ex residenza privata lungo via De Nola.

Si chiama Camera Nera perché era dipinta di nero, probabilmente per nascondere la fuliggine prodotta dalle lampade a olio accese.

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Al contrario, il pavimento a mosaico della stanza è costituito da più di un milione di piccole tessere bianche disposte in modo intricato.

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